32 location per 18 mostre: PhEST Monopoli incanta con la fotografia del futuro
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Infatti, fino all’1 novembre, l’incantevole località pugliese si trasforma in un museo a cielo aperto invitando artisti internazionali di rilievo a esporre in 32 location, molte delle quali outdoor. Grazie alla direzione artistica di Giovanni Troilo e alla curatela fotografica di Arianna Rinaldo ci parla molto di fotografia, ma non solo, perché il programma è ricco di talk, eventi musicali live e proiezioni.
Visitare PhEST significa entrare in contatto con alcune delle espressioni più significative dell’arte contemporanea, in una Puglia che con questo evento mostra il suo volto all’avanguardia.
Il Festival a Monopoli guarda al futuro
Siamo alla settima edizione del festival di fotografia contemporanea PhEST: il sottotitolo è indicativo del concept che anima la manifestazione See Beyond the Sea, ovvero Vedere oltre il mare.
Ci si affaccia al mare Adriatico che bagna Monopoli per rivolgersi idealmente ad altre terre sul Mediterraneo, fino ai Balcani, al Medio Oriente e all’Africa: il mare che unisce e contamina, il mare che è energia creativa.
Futuro è invece il tema centrale di quest’anno, ugualmente in un’ottica relazionale. Il futuro si nutre di presente e di passato, in una continua interconnessione. Le 32 mostre in programma declinano il tema del futuro anche attraverso le nuove tecnologie, dalla realtà aumentata alla robotica, dall’intelligenza artificiale al riconoscimento facciale.
Chi sono gli artisti protagonisti di PhEST
Inclusione e relazione, oltre a uno spiccato afflato internazionale: gli artisti di PhEST arrivano da ogni angolo del globo, da Olanda, Inghilterra, Stati Uniti, India, Turchia, Germania.
L’autore di origini italiane Davide Monteleone presenta Simonocene, una riflessione critica in forma di fotografie sulla Nuova Via della Seta, ovvero la creazione di imponenti infrastrutture in Africa volute dalla Cina. La serie di immagini firmate dall’americano Russell Brown raccontano la rapidità del mondo contemporaneo dominato dalle tecnologie, dove il futuro diventa talvolta passato ancor prima di attuarsi. Zhang Chuang, cinese con alle spalle studi anche in Italia, mette in mostra le sue pitture sul prato vicino all’Area Skate Park. E questi sono solo alcuni esempi.
32 location per scoprire Monopoli in modo nuovo
Andare a Monopoli in occasione del festival rappresenta anche un’occasione per entrare nel vivo della città, oltre che un’esperienza di livello per gli amanti dell’arte. Alcune delle location che ospitano le opere, infatti, sono abitualmente chiuse al pubblico e da sole valgono il viaggio.
Una fra tutte la “Casa Santa”, novità della passata edizione di PhEST: un convento carmelitano originario del 500 che si erge tra il porto vecchio e la Chiesa di Santa Teresa con la facciata in pietra calcarea. Uno spettacolo.
E ben presto diventa chiaro che non c’è modo migliore di esplorare Monopoli che inseguendo le opere allestite per PhEST.
Molti artisti espongono a Palazzo Palmieri, imponente edificio storico affacciato sull’omonima piazza, in pieno centro. Altri lavori si susseguono all’interno della Chiesa dei SS. Pietro e Paolo, dove si ammira un prezioso organo barocco, e in quella di San Salvatore.
Passeggiando sui due lungomare di Portavecchia e di Santa Maria si incrociano altri allestimenti, così come sull’antica muraglia di Portavecchia e sul Molo Margherita.
Il dedalo di vie dove l’azzurro del mare incontra il bianco delle case vi conduce ad altre tre location di PhEST: i “salotti” della città vecchia rappresentati dalle piazze Palmieri, Vittorio Emanuele II e Garibaldi. Largo Palmieri si offre per le proiezioni previste in programma.
Ultimo, ma non ultimo, la cucina monopolitana regala più di una soddisfazione: dai taralli ai panzerotti, dalle braciole al riso patate e cozze, non cedere alla tentazione sarà praticamente impossibile.
Con uno sguardo tutto pugliese, Monopoli si presta al futuro e ospita PhEST, un Festival fotografico e artistico in grado di stupire, riflettere ed emozionare.