Una travolgente concentrazione di capolavori
La Galleria degli Uffizi di Firenze, straordinaria collezione di opere d’arte tra le più apprezzate al mondo, ha sede nel palazzo voluto dal duca Cosimo I de’ Medici per riunire in un’unica sede gli uffici amministrativi della città, edificato tra il 1560 e il 1580 su progetto di Giorgio Vasari.
Le opere provengono da collezioni di dipinti, sculture antiche, disegni e stampe appartenuti all’influente famiglia dei Medici, integrate nel tempo da lasciti e donazioni. La Galleria espone capolavori del Rinascimento italiano, in particolare quello fiorentino e, al contempo, opere prodotte negli stessi anni da maestri tedeschi, fiamminghi e olandesi; emergono in tal modo ricchezza degli scambi e influenze che innervarono la complessa cultura rinascimentale. Da non perdere il Trittico Portinari del fiammingo Hugo van der Goes, la Deposizione nel sepolcro di Rogier van der Weyden e l'Adorazione dei Magi del tedesco Dürer.
I mutamenti dei linguaggi pittorici, a partire dalla cultura duecentesca fino all’età moderna, sono facili da comprendere grazie all’allestimento per scuole e stili in ordine cronologico.
Giotto e seguaci raccontano le origini dell’arte italiana poi l’accento fiorentino lascia spazio a quello senese di Simone Martini; nella bella Annunciazione con fondo oro, Simone usa un linguaggio di matrice aristocratica vicino all’area francese.
La sequenza di capolavori è incalzante e non lascia respiro: il dittico dei duchi di Urbino di Piero della Francesca, rielaborazione della lezione dei fiamminghi sul naturalismo che dialoga, in perfetto equilibrio, con la tendenza all’astrazione degli italiani; la Sacra Conversazione di Domenico Veneziano, un distillato delle ricerche del maestro sul tema della luce; la Battaglia di San Romano di Paolo Uccello, straniante ed eccentrica; la Madonna con bambino e due angeli di Filippo Lippi, la Primavera e la Nascita di Venere di Sandro Botticelli, le opere profane imbevute di cultura neoplatonica simbolo degli Uffizi; l’incompiuta Adorazione dei Magi di Leonardo, un saggio sulla genesi di un capolavoro e catalogo delle emozioni umane; la ritrattistica di Raffaello, il Tondo Doni, indimenticabile, di Michelangelo e poi la rivoluzione pittorica di Caravaggio, assimilata anche da Artemisia Gentileschi, presente in collezione con Giuditta che decapita Oloferne, tra le opere più crude e fortemente autobiografiche della talentuosa pittrice. CC
La Galleria è parte del complesso museale che comprende il Corridoio Vasariano, Palazzo Pitti e il Giardino di Boboli.