Il Carnevale in tavola: il tour alla scoperta delle specialità dolci e salate del Bel Paese
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La festa più variopinta dell’anno è alle porte. Il Carnevale porta con sé ricette uniche che raccontano sapori genuini e antiche tradizioni custodite in ogni angolo d’Italia. Ogni territorio celebra questa speciale ricorrenza con tipicità dolci e salate, capaci di regalare momenti magici all’insegna della condivisione. Tra danze e canti folkloristici, sfilate in maschera tra i vigneti, laboratori creativi e d’artigianato, cacce al tesoro e corsi di cucina, scopri i piatti tipici del Carnevale in abbinamento ai vini di ogni regione nelle cantine del Movimento Turismo del Vino. È il momento di vivere questa atmosfera da sogno tra i borghi, le piazze, i vicoli e le cantine di tutta Italia, con un’esperienza di qualità e sano divertimento.
L’anima arbëreshë del Carnevale lucano
L’itinerario del gusto alla scoperta delle ricette tipiche del Carnevale inizia a Lavello, un piccolo borgo dal fascino antico, incastonato nel cuore del Vulture. Questa cittadina dall’anima vivace, dalle origini neolitiche, è nota per uno dei carnevali più interessanti di tutta Italia. Durante questo periodo, i vicoli e le piazze di Lavello si animano di danze e colori con l’arrivo del Domino, l’intrigante maschera dalla tradizionale tunica in raso, generalmente rossa, arricchita da mantello e cappuccio a nascondere il viso. Ogni domino porta con sé una sacchetta intonata all’abito da cui tira fuori caramelle e dolcetti della tradizione da regalare a chi accetta l’invito a ballare. Così prendono il via i cosiddetti festini, le tradizionali danze che ogni anno attirano grandi e piccoli da tutto il paese e dai vicini comuni lucani. Simbolo di gioia, mistero e libertà, quella della maschera lavellese è una tradizione attesa tutto l’anno che regala la possibilità di ballare tutti insieme senza conoscere l’identità dell’altro, rafforzando lo spirito della comunità. Questo angolo poco conosciuto di Basilicata custodisce una ricetta tipica del Carnevale che esprime la preziosa fusione tra la tradizione lucana e l’influenza albanese, che a partire dal XV secolo ha interessato i territori dell’Alto Vulture, tra cui Maschito. Un paesino dove l’identità albanese è ancora oggi viva e presente, tanto nella lingua quanto nella tradizione culinaria, come testimonia il Lakrùar, un tortino agrodolce realizzato con due dischi sottili di pasta frolla che racchiudono un ripieno ricco e aromatico a base di carne di agnello, pollo e salsiccia. Il tutto viene poi avvolto da un composto di uova sbattute, primosale, formaggio grattugiato, prezzemolo e cannella. Uno scrigno di sapori dove l’equilibrio tra la dolcezza della pasta frolla e il ripieno saporito e speziato è una vera e propria festa per le papille gustative che trova il suo lieto fine con un calice di Aglianico del Vulture. Il re dei vini della regione, intenso, corposo e di carattere, che si apre con un bouquet di frutti rossi e confettura per poi lasciare spazio a note di pepe nero, chiodi di garofano e tabacco che si fondono alla perfezione con il carattere speziato del Lakrùar. Un abbinamento insolito e affascinante come la sua regione, da conoscere a tavola nei pranzi e nelle cene con i vignaioli organizzati dal Movimento Turismo del Vino. Per poi concludere con una festa in maschera in cantina realizzando i costumi con materiali riciclati messi a disposizione dalle aziende.
Struffoli e Fiano Passito: il dolce abbinamento del Carnevale campano
Tra i dolci più amati della tradizione campana, gli struffoli sono un must per le feste che non passa mai di moda. Il loro nome, secondo molti, affonda le radici nella Magna Grecia, dal termine strongoulos in riferimento alla loro forma tondeggiante. Per altri invece richiama il gesto di "strofinare" l’impasto durante la preparazione, prima di formare le palline che andranno poi a comporre una piramide di colori e dolcezza. Qualunque sia l’origine del loro nome una cosa è certa: gli struffoli vantano una storia antica e vengono ancora oggi preparati secondo la tradizione con pochi e semplici ingredienti. Farina, uova, zucchero e qualche aroma danno vita a queste piccole sfere di pasta fritta, dorate e croccanti, poi immerse nel miele e cosparse di confettini colorati e frutta candita. Un dolce simbolo di questa regione da realizzare durante i corsi di cucina organizzati dalle aziende del Movimento Turismo del Vino, lasciandosi guidare dal racconto dei produttori per scoprire le sue origini e i segreti dell’abbinamento con i vini da loro prodotti. Un’esperienza in cantina, adatta a tutte le famiglie, che si conclude con l’assaggio degli struffoli in abbinamento a un calice di Fiano passito, un vino dolce che nasce da uno dei grandi vitigni autoctoni della Campania. Le uve, lasciate appassire su pianta o in cassette, sviluppano un’alta concentrazione di zuccheri e aromi che spaziano dal miele a note di agrumi canditi, dalla vaniglia a sentori tostati e un lieve tocco balsamico. Un nettare dorato dai riflessi ambrati, avvolgente e vellutato che sprigiona una scia di aromi che amplifica la componente aromatica degli struffoli, per un trionfo di dolcezza che racconta l’amore per il buon cibo delle tavole campane. Un calice di Fiano passito regala inoltre una leggera sfumatura minerale che richiama il suo territorio, l’Irpinia, una delle punte di diamante dell’enologia regionale che vanta ben 3 docg: il Taurasi, il Fiano di Avellino e il Greco di Tufo. Nonché il Carnevale di Montemarano, un meraviglioso borgo medievale circondato da paesaggi mozzafiato sulle colline irpine. È in questo scenario da cartolina che affonda le sue radici uno dei carnevali più suggestivi del sud Italia: il carnevale montemaranese. Sette giorni di cortei in maschera e di tarantella, la tradizionale danza che affonda le sue origini negli antichi rituali agricoli e si balla a ritmo di tamburelli e fisarmoniche. Non solo una danza ma un simbolo di appartenenza, capace di coinvolgere abitanti e visitatori in un vortice di gioia collettiva.
Alla scoperta delle castagnole e di uno dei carnevali più antichi d’Italia
Il tour tra le tipicità regionali del Carnevale fa tappa sul litorale marchigiano dove il profumo delle castagnole riempie ogni casa. Qui a Fano le castagnole, preparate con farina, zucchero, uova, burro e aromatizzate con scorza di limone e mistrà, vengono tradizionalmente cotte al forno. Dall’anima soffice e con un esterno leggermente croccante, le castagnole fanesi sono una versione più light rispetto a quella classica fritta, senza però rinunciare al gusto. Spolverate di zucchero a velo o immerse in uno sciroppo e cosparse da semi di anice, queste sfere dorate sono talvolta farcite di crema pasticcera, per un boccone ancora più goloso. Compagne perfette delle feste, le castagnole sono il dolce ideale da preparare e assaggiare nelle cantine del Movimento Turismo del Vino dove scoprire i vini identitari del territorio come la Doc Pergola, Colli Pesaresi, nonché il bianchello del Matauro, che prende il nome dall’omonimo fiume. Un vino fresco e sapido che, nella versione passita, sorprende con note di miele e confettura che ben si sposano con la dolcezza e l'aromaticità delle castagnole. Dopo un pranzo, un aperitivo o una degustazione guidata all’interno delle cantine MTV, si prosegue con la scoperta di uno dei carnevali più antichi e caratteristici di tutta la Penisola. La storia del Carnevale di Fano inizia nel 1347, anno in cui risalgono i primi scritti riguardo l’allestimento del palio, nonostante le sue origini sembrano intrecciarsi ancor prima con le celebrazioni romane dei Saturnalia. Ma è grazie ai Malatesta, una delle casate più influenti del Rinascimento, che questa festa iniziò ad attirare nobili e letterati da tutta Europa, acquisendo la notorietà che ancora oggi lo rende uno dei carnevali più celebrati d’Italia. Il cuore pulsante di questa ricorrenza sono i maestosi carri allegorici, delle vere e proprie opere d’arte in legno e cartapesta realizzate dalle sapienti mani di artisti e artigiani, che sfilano per le vie della città guidati dal Vulón. La tradizionale maschera che ogni anno rappresenta la caricatura del personaggio più in vista del momento che viene poi simbolicamente sacrificata il Martedì Grasso con il fuoco di piazza XX Settembre. Il momento clou della festa è però quello del getto, il tradizionale lancio di dolciumi che ogni anno raduna centinaia di persone pronte ad accaparrarsi il dolce bottino con ombrelli, buste e altri strumenti creativi. Tra maschere colorate, musica e una pioggia di dolci, il Carnevale di Fano è un’esperienza magica per gli occhi e per il palato, imperdibile per chi ha voglia di immergersi nelle antiche tradizioni e nei sapori identitari delle Marche.