L’Etna, Taormina e dintorni: tra sapori e bellezza naturali e artistiche
Pochi chilometri separano l’Etna, dal mare, ma sono vari e multiformi i paesaggi e i territori che attraversano questo breve percorso, sia dal punto di vista morfologico e microclimatico, sia per la varietà di abitudini, usanze e tradizioni che si incontrano a tavola. Si passa dall’ambiente maestoso e lunare del Mungibeddu (l’Etna) alle acque cristalline di Taormina.
A 3330 metri di altitudine la cima de vulcano domina la Trinacria con il suo pennacchio di fumo visibile da terra e da mare sopra i crateri sommitali. La combinazione del suolo e del clima consente di ottenere prodotti enogastronomici con caratteristiche uniche per sapidità, dolcezza e aromaticità.
Il pistacchio verde di Bronte Dop, dalla forma allungata simile a un’oliva, il ficodindia di Adrano Dop e le ciliegie Dop di Sant’Alfio, cui si dedica annualmente una festa, che vede i fiori di inizio estate esposti insieme alla frutta. E ancora l’arancia rossa di Sicilia Igp presente anche in terre catanesi. La mela cola e la mela gelato cola presentano una polpa acidula e ricca di proprietà astringenti e antiossidanti. Maletto porta sulle tavole siciliane fragole dolci e profumate che crescono in terrazzamenti alternati da macchie boschive di castagni, pini e querce. A Zafferana Etnea si produce un pregiato miele: soprannominato “oro etneo”, viene impiegato per preparare “il biscotto dello sciatore”, creato da un pasticciere locale per gli sciatori del CAI che volevano fare il pieno di energia.
Sempre a Zafferana Etnea – oltre allo zafferano che dà il nome al paese – si impasta la pizza fritta alla siciliana, la cui ricetta originale è avvolta nel mistero. A Santa Venerina si distillano liquori con erbe vulcaniche, da comprare alla Distilleria dell’Etna dei F.lli Russo. Non mancano i formaggi come il pecorino siciliano Dop, la ricotta infornata e il canestrato. Tra i salumi, la fellata e il capocollo dei monti Nebrodi, alture settentrionali custodi del miglior finocchietto selvatico.
Per gustare al meglio il caciocavallo e la suppizzata di coscia di maiale nero, occorre un bicchiere di Etna Doc da accompagnare al pane nero di Nicolosi. La maggior parte delle uve cresce tra muretti a secco in pietra lavica protetti dall’Unesco. In alternativa, la vastedda di semola di grano duro è utilizzata per il pane cunzato condito con l’olio Evo Dop. Il ricco paniere vulcanico si incontra a Taormina con il pesce azzurro e tante specie ittiche, oltre a tipicità culinarie come gli involtini di pesce spada, l’arancino con il pistacchio, le cuzzole, la pasta alla Norma e la caponata.