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Arte e cultura
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Cosenza: l'orgoglio antico dell'Atene d'Italia

9 minuti

Sorta in un luogo strategico della valle del Crati, Cosenza affonda le sue radici nel IV secolo quando i Bruzi si insediarono sui colli posti alla confluenza con il Busento.

La storia di Cosenza

La storia di Cosenza

Nota come l'Atene d’Italia per aver dato i natali a Parrasio e Telesio, due tra quei dotti cosentini per cui la città fu culturalmente illustre, Cosenza fu dominio prima longobardo e poi bizantino, col nome di Constantia, e quindi normanno

All’avanguardia nel campo delle attività economiche tra le città capoluogo della Calabria, Cosenza occupa un posto di primo piano nel settore culturale e artistico. Il lavoro dell'Accademia Cosentina, fondata dall’umanista Parrasio al principio del sec. XVI e di cui fece parte Bernardino Telesio, il filosofo della natura, continua la sua opera culturale nell'Università della Calabria, la più grande università statale della regione e primo campus universitario in Italia.

Nata come centro dei Bruzii sul pendio del colle Pancrazio, la città vecchia è adagiata lungo le sponde del Crati e, tra i suoi vicoli, ci racconta la sua lunga storia carica di atmosfere medievali. Il centro storico, uno dei più belli e antichi, con edifici monumentali, palazzi padronali e chiese e solcato da vicoli stretti e tortuosi, negli ultimi anni sta rivivendo una grande vivacità. Sotto di esso, nella pianura sottostante, la città nuova si è allargata, a partire dagli ultimi decenni del secolo XIX, secondo una regolare trama.

Il teatro Alfonso Rendano, lo storico Cinema Teatro Italia e il Teatro Stabile d'Innovazione della Calabria sono i centri propulsori delle numerose iniziative teatrali che animano la vita culturale della città. Polo culturale della città è il Museo dei Brettii e degli Enotri ospitato dal 2009 nel quattrocentesco complesso monumentale di S. Agostino. Una grande cupola caratterizza il nuovo Museo della Scienza e Planetario intitolato a Giovan Battista Amico, astronomo e studioso cosentino del Cinquecento. Il forte fermento culturale di Cosenza è ribadito dal magnifico Museo all'Aperto Bilotti, con le numerose riproduzioni di opere d’arte che campeggiano lungo Corso Mazzini, il viale principale della città.

Il territorio di Cosenza, che si estende dai quasi 2000 metri dell’altopiano della Sila Grande alle bellezze leggendarie delle coste tirreniche e ioniche, è caratterizzato da numerosi siti d’arte e cultura e aree molto diverse tra loro uniche per le bellezze paesaggistiche. Una ricca biodiversità caratterizza le vaste aree del Parco Nazionale della Sila e il Parco del Pollino offrendo numerose attività di svago e vacanza sia nei mesi estivi che in quelli invernali. Gli oltre 230 chilometri di coste, distribuiti tra Tirreno e Ionio, sono noti per la bellezza del litorale e la diversità dei paesaggi.

Museo Diocesano

Museo Diocesano

Posto tra il Palazzo Arcivescovile e la Chiesa Cattedrale, il Museo Diocesano di Cosenza funge da ideale trait d’union tra la storia di ieri e quella di oggi e anima del progetto di rivisitazione del passato e di scoperta del presente. Nelle varie sale del museo sono ospitate numerose opere provenienti da alcune Chiese della Diocesi, tra cui il bellissimo polittico dell’Annunciazione (1545) della Chiesa di Turzano, oggi Borgo Partenope. Tele, argenterie, paramenti liturgici e tantissime preziosi oggetti come il calice “del Papa”, grande opera in argento e filigrana proveniente da Marano Marchesato, due statuette eburnee attribuite alla scuola di Michelangelo e il calice vitreo di Celico del XVI secolo. Custodita nella sala semicircolare, la Stauroteca, o croce reliquario, che la tradizione vuole sia stata donata da Federico II di Svevia in occasione della consacrazione della Cattedrale nel 1222, è forse l’opera più preziosa del Museo. Realizzata nel XII secolo in oro sbalzato, filigrana a vermicelli, smalto, adamantini e cristallo di rocca, è diventata l’emblema della città. Di grande valore anche il calice Torquemada del XV secolo, le icone del cinquecento, tele del seicento e settecento, e parte del ricco tesoro della Madonna del Pilerio, protettrice della città e dell’Arcidiocesi. Nella Pinacoteca accanto alle suggestive tele mariane di Giuseppe Pascaletti (XVIII secolo), troneggiano la splendida tela dell’Immacolata di Luca Giordano (XVII secolo) e il prezioso San Gennaro di Andrea Vaccaro (XVII secolo).

Il Duomo

Il Duomo

Il Duomo di Cosenza è tra i più noti e particolari edifici sacri dell’Italia Meridionale. Dichiarato “Patrimonio testimone di una cultura di pace” dall’UNESCO nel 2011, l’edificio e la sua piazza sono stati baricentro e testimoni della storia e della vita della città. Seppur le sue origini siano ignote, degli studi effettuati alla fine degli anni ’40 del Novecento, fanno risalire l’opera alla metà dell’XI secolo.

La facciata tripartita, che annuncia la divisione interna in tre navate ed è dominata da un antico rosone, e da altri due più piccoli che sovrastano i portali, delinea pienamente l’appartenenza a quello stile gotico cistercense ravvisabile anche nell’Abbazia Florense di San Giovanni in Fiore. La semplicità dell’interno è impreziosita da numerose cappelle e monumenti: la cappella della Madonna del Pilerio, con l’omonimo dipinto su tavola che rappresenta uno dei prodotti artistici più rilevanti del movimento artistico-culturale del periodo; la cappella dell’arciconfraternita Orazione e Morte; il monumento funebre di Isabella d’Aragona posto nel transetto, scultura nota per essere uno dei primi esempi di gotico francese in Italia; il prezioso crocifisso ligneo del ‘400 proveniente dalla cappella della famiglia Telesio, con la sua evidente espressività tardo gotica.

Il rinvenimento, in un’antica cappella, di alcuni frammenti del primitivo pavimento di epoca sveva, porta a ipotizzare che, al tempo della sua fondazione, il Duomo, oltre ad essere interamente affrescato, fosse pavimentato a mosaico come il Patirion di Rossano e la chiesa di Sant’Adriano a San Demetrio in Corone.

MAB Museo all’Aperto Bilotti

MAB Museo all’Aperto Bilotti

Allestito nel 2006, e arricchito negli anni successivi, il MAB è una vera galleria d’arte a cielo aperto. Unicum nel panorama artistico meridionale, nasce grazie per volontà della famiglia Bilotti: diverse opere d’arte moderna e contemporanea di artisti di fama nazionale e internazionale arricchiscono la principale arteria commerciale della città. Opere del francese Sasha Sosno (Le tre colonne doriche, I bronzi di Riace e Il sette di cuori), di Giorgio De Chirico (Il Grande Metafisico, Gli Archeologi, Ettore e Andromaca), di Giacomo Manzù (Il Grande Cardinale e La testa di Medusa) e di Salvador Dalì (il bellissimo gruppo bronzeo San Giorgio e il drago) affiancano i lavori dell’artista catanzarese Mimmo Rotella: la bronzea Rinascita della Cultura e il massiccio Lupo della Sila in travertino verde.

Completano il percorso museale La Grande Bagnante di Emilio Greco, simbolo di bellezza muliebre, le opere di Pietro Consagra (Il Ferro Rosso, I quattro paracarri e la Bifrontale) e la recente Testa di Cariatide di Modigliani.

Castello Svevo

Castello Svevo

Eretto sul Colle Pancrazio, il Castello Normanno-Svevo è il principale monumento della città. Costruito probabilmente dai Saraceni sui ruderi dell’antica rocca bruzia, venne restaurato da Ruggero II nel 1130, e, dopo il funesto terremoto del 1184 che lo rese completamente inagibile, fu ripristinato per volontà di Federico II di Svevia (Stupor Mundi) che, nel 1239, vi aggiunse la torre ottagonale. La visita al castello è certamente un'esperienza unica: Il corridoio angioino, che un tempo delimitava il vasto cortile del castello dalla sala delle armi, la cosiddetta sala del trono e i bastioni ottocenteschi, introducono ai ruderi della chiesa e del convento dei Cappuccini visibili accanto al maniero.

Teatro Rendano

Teatro Rendano

Dedicato al pianista Alfonso Rendano, il teatro affonda le sue radici nel Rinascimento e testimonia il profondo fermento culturale che ha sempre attraversato la città di Cosenza sino all’Ottocento. Costruito su progetto dell'architetto Zumpano nel 1887 e completato nel 1909, venne inaugurato lo stesso anno con la rappresentazione dell'Aida di Verdi. L’edificio, in stile neoclassico con facciata in stile eclettico umbertino, venne fortemente criticato per il costoso sfarzo della soirée e le eleganti toilettes delle signore dell’alta borghesia e dell’aristocrazia cittadina.  Dal porticato, finemente decorato con bugne lisce e lesene, si accede all’interno. In origine decorato con pitture e stucchi, andati distrutti durante i bombardamenti della II Guerra Mondiale, il teatro conta ottocento posti distribuiti su tre ordini di palchi disposti a ferro di cavallo. 

Il profondo palcoscenico, allestito per spettacoli lirici e di prosa, per concerti sinfonici, spettacoli di danza e convegni, è chiuso dall’antico sipario storico, opera dal napoletano Paolo Vetri, che illustra l'arrivo in città del Duca di Calabria Luigi III d'Angiò e Margherita di Savoia. 

Fulcro delle attività artistiche dell’intera Regione, il Rendano continua a soddisfare la richiesta di un pubblico sempre più esigente e numeroso.

Galleria Nazionale Palazzo Arnone

Galleria Nazionale Palazzo Arnone

Un grande androne con volta a botte, decorato con lo stemma del Reame di Napoli, dà accesso alla Galleria Nazionale situata nel prestigioso Palazzo Arnone. La collezione, che a partire dagli anni '80 è stata acquisita dal patrimonio dello Stato,  documenta i momenti più significativi dell’arte italiana, focalizzando l’attenzione a quella meridionale, dal Cinquecento al Novecento: Mattia Preti, Sebastiano Conca, Pietro Negroni, Corrado Giaquinto, Luca Giordano, Umberto Boccioni sono solo alcuni degli artisti che arricchiscono la galleria con importanti opere di pregio.

Museo dei Brettii e degli Enotri

Museo dei Brettii e degli Enotri

Polo culturale di grande interesse, il Museo dei Brettii e degli Enotri, oltre ad esporre una ricca raccolta archeologica, ospita anche mostre temporanee, concerti e incontri istituzionali. Il connubio tra arte,  archeologia e strumenti didattici anche digitali, consente al visitatore di vivere la cultura in maniera innovativa e piacevole, in un’atmosfera accattivante in cui l’archeologia della Calabria è a disposizione di chi volesse scoprire le origini antiche del territorio. La vasta collezione archeologica ospitata nella struttura, proveniente dagli scavi urbani e da località diverse della provincia, abbraccia un ampio arco cronologico. Il nucleo principale è composto dai corredi della vasta necropoli di Torre Mordillo, un centro di età protostorica prospiciente la piana di Sibari, decaduto con l’arrivo dei Sibariti (720 a.C.).  Altri importanti reperti, rinvenuti nel comune di Corigliano Calabro, risalgono al successivo periodo coloniale greco e testimoniano l’esistenza di un luogo di culto extra-urbano forse dedicato ad una divinità femminile, che viene considerato tra i più antichi dell’area sibarita. L’ultima acquisizione risale al periodo romano della città: un’elegante stele funeraria che rappresenta il più interessante documento epigrafico rinvenuto negli scavi urbani. Al secondo piano del museo, una raccolta di documenti e cimeli relativi alla storia risorgimentale della città, ben si connette con il complesso di Sant’Agostino: all’epoca carcere borbonico, fu probabilmente l’ultima prigione dei fratelli Attilio ed Emilio Bandiera, prima della loro esecuzione nel vicino Vallone di Rovito.

Il Ponte Calatrava

Il Ponte Calatrava

Divenuto da pochi anni elemento caratterizzante dello skyline cittadino, l’impressionante Ponte Calatrava collega due zone di Cosenza divise dal fiume Crati, nella parte sud-est della città. Progettato dal famoso architetto Santiago Calatrava, è considerato il ponte strallato più alto d’Europa: dall’unico pilone inclinato, alto 104 metri, partono tutti i cavi d’acciaio che sostengono l’impalcato stradale. Volendo evocare nella forma un’arpa gigante, simbolo di armonia, l’opera, dedicata a San Francesco di Paola, che è considerata una delle più importanti dell’Italia Meridionale, rievoca altre due opere dello stesso architetto: Siviglia nel 1992 e California nel 2004.

Gastronomia

Gastronomia

Oltre alle bellezze paesaggistiche, storiche e artistiche, Cosenza custodisce un ricco patrimonio gastronomico che porta in tavola specialità piuttosto semplici e aromatizzate da molte spezie. Fusilli, pasta e patate ara tijeddra, patate e pipareddre (peperoni) fritte, broccoli di rapa e salsiccia, lagane e ciciari (tagliatelle larghe e ceci) vengono accompagnati da vini, generalmente ad alta gradazione, rossi e bianchi. I dolci tipici, legati soprattutto alle festività religiose sono un'esperienza unica per ogni palato: Mostaccioli di san Giuseppe, focacce a base di miele d'api o di fichi, mosto cotto, farina e mandorle, le cui forme tipiche derivano dalle antiche offerte alle divinità, sono alcuni dei prodotti che la tradizione cosentina offre. Meritano una citazione a parte le preparazioni legate al periodo natalizio: cuddrurieddri, ciambelle salate, turididdri e scaliddre, entrati di diritto nella cultura cosentina, vengono distribuiti lungo le principali vie cittadine da appositi chioschi di finger food.

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