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Idea Viaggio
Emilia Romagna. L’Emilia e la musica

In Emilia al ritmo di musica

Tipologia
Percorso in auto
Durata
3 giorni
Numero Tappe
7
Difficoltà
Facile

In Italia, Emilia è sinonimo di musica. Le province di Reggio nell’Emilia e Modena, incastonate tra le primissime pendici dell’Appennino e le piatte terre padane, possono contare su un invidiabile patrimonio artistico e culturale, tra borghi pittoreschi e centri storici, che ispirato tanti artisti. Questi luoghi sono stati raccontati attraverso le note e le parole di grandi protagonisti della musica classica, rock e pop a tinte tricolori. Molti di questi artisti, inoltre, è proprio in questi luoghi che sono nati e hanno vissuto.

Reggio nell’Emilia fu terra fertile per generare autori come Zucchero o Orietta Berti, Modena diede, invece, i natali a Luciano Pavarotti e a Francesco Guccini, che la cantò anche nelle sue canzoni. Correggio ha ispirato e nutrito sia le opere del pittore Antonio Allegri, detto “il Correggio”, sia i brani di Luciano Ligabue. Il cantautore Vinicio Capossela e lo scrittore Matteo Maria Boiardo sono legati a Scandiano. Zocca, infine, è la meta di pellegrinaggio dei fan di Vasco Rossi.

Questi sono solo alcuni dei luoghi che scoprirete percorrendo questo tratto di strada che attraversa queste due province. Sarà un viaggio all’insegna della musica e non solo. Sarà l’opportunità per godere dell’armonia quasi irreale dei paesaggi e dei colori accesi che decorano portici, piazze e palazzi, apprezzare la proverbiale cordialità degli abitanti e, infine, gustare i piatti tipici di una cucina amata da tutti.

Gualtieri e i cento violini

Gualtieri e i cento violini

All’estremità settentrionale della provincia di Reggio nell’Emilia, Gualtieri sfiora l’argine destro del fiume più lungo d’Italia, il Po, che segna il confine con la Lombardia. È da questo borgo a vocazione agricola, circondato da vasti campi coltivati, che prende il via il vostro itinerario emiliano a ritmo di musica.

Più precisamente, dovrete dirigervi verso la piccola frazione Santa Vittoria di Gualtieri per comprendere il suo legame con la musica e perché questa località è conosciuta come città dei cento violini.

Tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 è proprio da Santa Vittoria che iniziò ad affermarsi in tutta la pianura emiliana il liscio, un genere musicale ritmico e ballabile. Qui vivevano allora decine di famiglie di braccianti agricoli, al servizio dei latifondisti locali, come la famiglia dei conti Greppi. Durante l’inverno, in un periodo di ristrettezze economiche dovuto alla mancanza di lavoro nei campi, i braccianti di Santa Vittoria organizzavano grandi feste da ballo invitando cantambanchi e imbastendo orchestrine di musica popolare.

Molti di questi lavoratori avevano lontane origini gitane e slave e i suonatori di violino erano i musicisti più ricercati. Attraversando i viottoli e i fossi, i campi e le cascine, sembra ancora di poter ascoltare in lontananza le infinite melodie dei cento violini di Santa Vittoria.

Prima di spostarvi verso sud, a Gualtieri fate sosta al museo dedicato all’artista novecentesco Antonio Ligabue. I suoi quadri onirici colmi di esotiche belve e piante tropicali sembrano non avere niente a che fare con il paesaggio ordinato e  e piante tropicali sembrano non avere niente a che fare con il paesaggio ordinato e antropizzato che circonda Gualtieri: è possibile, invece, che Ligabue si sia piuttosto ispirato alle ipnotiche melodie dei violinisti di Santa Vittoria.

Novellara, feudo dei Gonzaga e patria dei Nomadi

Novellara, feudo dei Gonzaga e patria dei Nomadi

Viaggiando nello spazio ma anche nel tempo, da Gualtieri seguite le indicazioni per Novellara, cittadina dalle antiche origini e feudo dei Gonzaga, signori di Mantova. Novellara è patria di Augusto Daolio, fondatore e leader dal 1963 della band italiana dei Nomadi. Morto a soli 45 anni nel 1992, Daolio ha sempre vissuto qui e si è ispirato ai parchi, alle palazzine e ai monumenti di Novellara per scrivere canzoni che hanno fatto la storia della musica italiana.

Dopo la sua scomparsa i cittadini hanno scelto di perpetuare la memoria culturale di Augusto Daolio dedicandogli un grande murale, in via Matteotti 2, e un’area verde decorata con alcune opere d’arte.  

Non solo: in occasione del compleanno del cantautore, dal 1993 ogni 18 febbraio Novellara ospita il Nomadincontro, grande reunion dei fan della band e occasione per artisti emergenti del cantautorato di farsi conoscere dal pubblico. I Nomadi non hanno mai smesso di seguire l’impegno sociale e la creatività musicale del loro primo leader e ancora oggi sono una band molto seguita, con una carriera ininterrotta di oltre sessant’anni.

La Correggio di Ligabue

La Correggio di Ligabue

Lo sanno tutti: Luciano Ligabue è il rocker di Correggio e a Correggio, dove è nato nel 1960, è da sempre legatissimo. Nonostante un successo stratosferico e una carriera ultratrentennale da leader del rock italiano, il “Liga” non ha mai lasciato il suo paese di origine e frequenta ancora i luoghi e gli amici di un tempo.

La Ca’ di Pom, in via Bonifazio Asioli 17, è il posto ideale per seguire le tappe della sua carriera, seguendo un percorso espositivo ricco di cimeli, fotografie, strumenti, abiti di scena e memorabilia di ogni tipo. 

Tra i portici e i vicoli intorno alla sua casa di famiglia, al numero 5 di via Santa Maria, Luciano Ligabue ha scritto le sue canzoni e ambientato diverse scene dei suoi lungometraggi, “Radiofreccia” e “Made in Italy”. Effettivamente, Correggio si presta anche visivamente allo schermo cinematografico: portici armonici e colorati si rincorrono lungo i bordi delle strade del centro storico, dominato dal quadrante di un grande orologio che si affaccia su corso Mazzini.

E chissà se un maestro rinascimentale del colore come Antonio Allegri, meglio conosciuto come “il Correggio”, acquisì parte del suo talento artistico osservando le forme e i colori tipici della sua città natale. Per conoscere da vicino i suoi capolavori artistici, inseriti in una collezione di grande pregio, potrete visitare il Palazzo dei Principi di Correggio, in pieno centro storico. Al piano nobile un architrave finemente decorato introduce alle diverse sale del Museo “Il Correggio”, dove potrete ammirare le opere di artisti quali Andrea Mantegna, il Moretto, Mattia Preti, Luigi Asioli.

Prima di entrare a Reggio nell’Emilia, il bar Mario, a San Martino in Rio, è un punto di riferimento per tutti i fan di Luciano Ligabue, citato nei testi delle sue canzoni: un ultimo luogo da non perdere sulle orme del rocker di Correggio.

Reggio nell’Emilia, tra storia e musica

Reggio nell’Emilia, tra storia e musica

Dal bar Mario, Ligabue ci porta però in un luogo di ritrovo ancor più grande, ossia l’arena di Campovolo. Possiamo considerarlo il luogo simbolo dell’artista, quello che segna la sua presenza musicale anche a Reggio nell’Emilia. Qui, con il suo concerto nel 2005, il rocker istituì il record europeo di spettatori, superato solo dal concerto Modena Park di Vasco del 2017.

Musica e Reggio nell’Emilia dialogano nelle canzoni di altri due capostipiti della canzone italiana: Adelmo Zucchero Fornaciari e Orietta Berti.

Dovete sapere, però, che non solamente personaggi italiani sono stati ispirati da queste strade e dalla storica via Emilia.

La via Emilia taglia orizzontalmente il centro storico del capoluogo, da cui si dipartono strade parallele e perpendicolari. Così, vagando come note musicali tra i vicoli della città, talmente regolari da somigliare a un pentagramma, fermatevi davanti al Duomo. Proprio davanti alla sua facciata, il tenente polacco Józef Wybicki trovò l’ispirazione per scrivere nel 1797 la “Mazurka di Dąbrowski”, inno nazionale della Polonia.

Prima di lasciare la città si consiglia di fare un salto al museo del Tricolore che racconta la storia della bandiera italiana e il suo valore simbolico durante il Risorgimento.

Riprendendo il vostro percorso musicale, a Cavriago, a est di Reggio nell’Emilia, è nata Orietta Berti, ricordata affettuosamente dai suoi fan con il nomignolo “usignolo di Cavriago” per la sua voce pulita e melodica. La cantante vive, però, da decenni a Montecchio Emilia, dove il fiume Enza separa le province di Reggio nell’Emilia e Parma.

Zucchero invece è nato a Roncocesi, frazione di Reggio nell’Emilia, ma ha lasciato queste terre ancora tredicenne insieme alla sua famiglia. Il suo rapporto con la regione è rimasto stretto nonostante la distanza. Zucchero è infatti grande tifoso della Reggiana calcio, di cui è stato presidente onorario, e ha ricevuto la cittadinanza onoraria dal sindaco di Reggio nell’Emilia nel 2023. Ha inoltre collaborato in passato con un altro grande protagonista delle melodie emiliane, il modenese Luciano Pavarotti, che conoscerete meglio durante l’ultima tappa di questo itinerario musicale.

Da Reggio spingetevi a Scandiano, dove finalmente le note ispirate di Vinicio Capossela vi suoneranno nitide.

 

La Scandiano di Capossela e del Boiardo

La Scandiano di Capossela e del Boiardo

Scandiano, a metà strada tra Reggio nell’Emilia e Modena, si posiziona ai piedi dei primi rilievi appenninici. L’abitato è dominato dall’alto da una splendida rocca di fondazione medioevale, finemente decorata, immersa in un bel paesaggio agricolo. Scandiano si lega alla giovinezza e alle belle strofe di Vinicio Capossela. Cantautore e scrittore, nato in Germania nel 1965, Capossela si è trasferito ancora piccolo con la famiglia tra le vigne e i pendii coltivati di Scandiano. Proprio questi paesaggi che danno ancora spazio alla natura incontaminata, con il loro fascino misterioso, ricordavano all’artista dei “fantasmi neri”, come scrive in un brano. Più precisamente, l’artista viveva a Ca’ de Caroli, una frazione conosciuta per un grande cementificio lungo il passaggio del torrente Tresinaro. Oggi il cementificio è stato dismesso e sotto a ciò che resta di alcune oblunghe ciminiere in mattoni è attivo un circolo culturale ricreativo che ospita numerosi eventi musicali e artistici.

Intorno al territorio di Scandiano si aprono sentieri, mulattiere e percorsi escursionistici ideali per una vacanza all’aria aperta a piedi, in bicicletta e in moto, che si avvicinano gradualmente al cuore del territorio protetto Collina Reggiana – Terre di Matilde.

Capossela è strettamente legato anche a un altro autore importante col quale condivide la città natale, Matteo Maria Boiardo, al quale deve in parte l’ispirazione per la sua musica.

Monumento simbolo della città è la Rocca dei Boiardo, risalente al XII secolo. Proprio di fronte al fortino c’è il locale che fu sede della radio K-Rock Radiostation, di cui Vinicio Capossela era spesso ospite. I suoi debiti nei confronti del Boiardo non finiscono qui: nel 2023, Capossela rese omaggio allo scrittore e alla loro Scandiano con lo show “Se il senno è sulla luna – concerto d'amore e di altre follie”, ovviamente ispirato all’“Orlando Innamorato”, sul palco di piazza Fiume. Gli spettatori, naso all’insù verso la Rocca, si sentivano invitati a rimuginare sul potere dell’amore, della cultura e della guerra. 

A Modena: la Casa museo Luciano Pavarotti e i luoghi di Guccini

A Modena: la Casa museo Luciano Pavarotti e i luoghi di Guccini

A Modena, città di motori e arte, storia ed enogastronomia, ma anche di forti tradizioni musicali si potrebbero dedicare e decine di itinerari turistici.

Fra i tanti punti di interesse legati alla musica, imperdibile tappa è la casa museo Luciano Pavarotti, che conserva i numerosi cimeli e memorabilia dell’artista modenese DOC, nato qui nel 1935. Quella che un tempo fu la sua ultima dimora privata, in via Stradello Nava 6, appena fuori città, è oggi un tempio dedicato alla lirica e alla vita di uno dei più grandi tenori italiani, se non il più grande.

Luciano Pavarotti è ampiamente ricordato e celebrato anche tra le vie del centro storico di Modena. Dal 2017, una grande statua in bronzo del tenore campeggia in via Goldoni, al lato dell’ingresso degli spettatori del teatro comunale. Anche questo palcoscenico di prestigio internazionale è intitolato a Pavarotti, che condivide il titolo insieme a Mirella Freni, soprano modenese celebrata in tutto il mondo.

Modena è legata anche a Francesco Guccini, cantautore impegnato, rinominato “il Maestrone”, poeta e portavoce di un’intera generazione a cavallo tra gli Anni 60 e gli Anni 80. Cresciuto tra via Cucchiari e via Ciro Menotti, è a Modena, la sua “piccola città, bastardo posto”, che Guccini ha iniziato a suonare e a farsi conoscere come autore emergente. Qui fece anche pratica giornalistica, alla Gazzetta dell’Emilia di via Falloppia, oggi Gazzetta di Modena. Guccini ha dedicato diversi testi a espressioni dialettali e usanze locali, ne è un esempio l’album capolavoro “Fra la via Emilia e il West” del 1984. Guccini non ha poi mai nascosto il suo amore smisurato per le tradizioni culinarie modenesi, dal Lambrusco ai tortellini, accompagnati da un saporito gnocco fritto, che potreste decidere di provare prima (o dopo) aver dedicato del tempo visitando la Galleria Estense, uno fra i tanti musei modenesi che parlano di musica e strumenti antichi. Quelli presenti nella galleria sono appartenuti alle collezioni dell’omonima dinastia regnante: una meravigliosa arpa, un flauto, una chitarra e un cembalo intarsiati in marmo, ma anche strumenti ad arco in legno pregiato.

I più instancabili fan del rock italiano potranno fare una visita al Parco Ferrari, dove nel 2017 Vasco Rossi si esibì in concerto per festeggiare i 40 anni di attività musicale. È proprio con Vasco Rossi che concluderete il vostro tour nei luoghi della musica dirigendovi alla scoperta della sua città natale, Zocca.

A Zocca nei luoghi di Vasco Rossi

A Zocca nei luoghi di Vasco Rossi

Zocca, tra la valle del Panaro e la valle della Samoggia, è la tappa che ripercorre i primi anni di carriera del cantautore Vasco Rossi, nato tra queste colline nel 1952. Zocca è un antico snodo mercantile circondato da estesi castagneti, meta per gli appassionati di sport o per gli amanti del verde. Merita una visita il museo del Castagno nell’antico Ospitale per Pellegrini risalente al XII secolo, nella frazione di Monte San Giacomo. Ogni anno dal 2012 il museo ospita l’esposizione ARtinWOOD in occasione della quale diversi artisti mostrano le proprie opere, la maggior parte realizzate proprio a Monte San Giacomo, interamente create con materiale naturale offerto dal bosco.

Vasco Rossi deve molto a questa zona collinare e molti sono i luoghi che i suoi ammiratori potranno andare a visitare.

La prima è una vera e propria meta di pellegrinaggio. Si tratta della sua casa nella frazione di Verrucchia, in via Divisione Tridentina 139. L’edificio è ormai interamente ricoperto di scritte e disegni dei fan, che spesso vi si accampano nella speranza di vederlo spuntare.

A Zocca, Vasco frequentava poi spesso il bar Bibap, ormai uno dei bar più noti della zona. Al suo interno potrete contemplare una statua che raffigura l’artista e una stella da lui autografata. Altro bar rilevante è il bar Trieste, il cui soffitto è disseminato di mattonelle decorate dalle dediche dei suoi fan. La sua casa natale si trova sopra questo bar ed è proprio sul suo pianerottolo che nacquero molte delle sue canzoni, ad esempio “Albachiara” o “La noia”.

Nella vicina frazione di Monteombraro, invece, si trova l’ultima tappa di questo pellegrinaggio musicale targato Vasco. Qui, in via della Croce, c’è l’originaria sede di Punto Radio, stazione radio fondata dal cantante nel 1975 assieme a Gaetano Curreri e Massimo Riva. Ancora oggi la radio è attiva ma in una nuova sede che si trova a Bologna. 

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