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Arte e cultura
sardegna

Orani, Ulassai e San Sperate, l’arte concettuale dove non te l’aspetti

Tipologia
Percorso in auto
Durata
3 giorni
Numero Tappe
3
Difficoltà
Facile

Sebbene nascano alla periferia del mondo, Costantino NivolaMaria Lai e Pinuccio Sciola irrompono nelle avanguardie dell’arte. Le loro opere decorano i palazzi e le piazze di New York, sono al MoMA e al Pompidou, nelle tombe dei poeti e dei santi. Ma una summa di sculture e installazioni si trova dove tutto iniziò, nei piccoli paesi natii e nei musei loro dedicati, ma soprattutto, le incontri open air, nei vicoli dei loro borghi, nei parchi, nei giardini, nei luoghi meno consueti, persino lungo i percorsi di trekking e tra i boschi. Il tour è un itinerario ad anello di tre giorni tra sud della Sardegna, l’Ogliastra e la Barbagia, luoghi intriganti e autentici, anche in estate poco frequentati dal turismo di massa. 

L’itinerario si può affrontare in auto, moto e camper.

Giorno 1

Ulassai

Ulassai

Si parte da Cagliari con direzione verso Ulassai, percorrendo la nuova strada statale 125 si arriva in meno di due ore. Se il tempo a disposizione non è un problema e i tornanti neppure, ‘prendi’ la vecchia 125 considerata un must dai biker, panoramica e suggestiva, attraversa boschi e canyon prima di intercettare lo scorrimento veloce che porta a Ulassai.

“Sono una capretta ansiosa di precipizi”, così Maria Lai percepiva sé stessa da bambina a spasso per le sue montagne, già in rapporto con l’infinito dove ben presto porterà la sua arte di fili e parole. Tante delle sue opere, spesso stranianti, sono al museo Stazione dell’Arte, le altre all’aperto, ovunque, sui dirupi, nelle piazze, sui muri e lungo i sentieri che portano fuori paese, alle grotte de su Marmuri, alle cascate di Lequarci, alle vie di arrampicata. Ulassai è oggi meta di climber e trekker che pernottano qui o nel vicino paese di Jerzu, ma in pochi lo conoscevano quando per mano di Maria Lai, pioniera dell’arte relazionale, nasceva la prima opera “Legarsi alla Montagna”. Il movimento delle avanguardie accorse qui per celebrarne la portata e Nivola regalò al paese la "Fontana sonora", che si trova nell’antico lavatoio pubblico del paese.

Giorno 2

Orani

Orani

Sveglia di buon’ora per non perdere l’alba sul mare dell’Ogliastra, colazione e via, subito, in direzione Nuoro, poche decine di chilometri e si intercetta la superstrada che in meno di un’ora porta nel cuore della Barbagia. Sosta a Mamoiada, a casa dei Mamuthones: una visita al museo delle maschere del Mediterraneo è d’obbligo. Ripresa la strada, nella Barbagia di Nuoro si fa pausa pranzo: in questa zona c’è da scegliere tra cantine, cucina dei pastori e ristoranti local fusion. Nel pomeriggio raggiungi in pochi minuti Orani, destinazione della seconda tappa e paese di Nivola, in tempo per visitare il museo a lui dedicato. Sorprende trovarsi in un luogo d’arte contemporanea dal sapore internazionale, così bello nell’aspro e superbo ambiente barbaricino. Qui sono raccolte le sue opere, un potente mix tra arcaico e arte concettuale nelle sue sculture e, nei progetti di architetto visionario, l’anticipo di decenni di una nuova interpretazione degli spazi che ha fatto scuola. Partito giovanissimo per New York, portò nel fermento delle avanguardie del tempo i temi della sua cultura, uno su tutti la femminilità arcaica della civiltà sarda, impersonata con pochi essenziali tratti nelle sue imponenti sculture della Dea Madre. Prenota per tempo per trovare posto nell’ospitalità ‘diffusa’ di Orani: qui si respira l’atmosfera dei luoghi di una volta. In alternativa, a pochi chilometri c’è Nuoro.

Giorno 3

San Sperate

San Sperate

Mentre Nivola veniva consacrato negli USA, Pinuccio Sciola iniziava nel suo paese d’origine ad ascoltare le pietre: San Sperate è la prossima tappa dell’itinerario che terminerà a Cagliari. Nel tragitto fai una sosta al km 114 della statale 131, scendi i gradini del pozzo sacro di Santa Cristina e gira per il villaggio nuragico lì vicino, in questi luoghi speciali percepirai la sensazione che le pietre imprigionino energia e memoria. Sciola partì da questo concetto, iniziò a perforarle quasi per liberare dalla profondità della terra e dagli abissi marini i suoni di vento, acqua e fuoco. Le fece ascoltare per la prima volta al Time in Jazz di Berchidda: da allora crearono scompiglio nel mondo dell’arte e della musica. Oggi si trovano in installazioni permanenti, a Parigi come a Roma, dove Renzo Piano ne ha voluto una gigantesca per la Città della Musica. Ma il luogo dove se ne concentrano di più sono i Giardini sonori di San Sperate, paese-museo d’arte diffusa, che intriga con le pietre sonanti e diverte con più di 300 murales, a firma dello stesso Sciola e di artisti sardi e internazionali, attirati da questo piccolo centro a pochi chilometri da Cagliari. A San Sperate i muri parlano e le pietre fanno musica, che sa di Sardegna.

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