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Idea Viaggio
Piemonte. Alessandria e Spinetta Marengo

Alessandria, città di cappelli e biciclette

Tipologia
Percorso in auto
Durata
2 giorni
Numero Tappe
4
Difficoltà
Facile

Nascosto nella fodera di seta di un cappello, il nome di Alessandria ha fatto il giro del mondo. Il cappello è il Borsalino, prodotto qui dal 1857 e, grazie alle sue linee eleganti e aeree, eletto a copricapo di culto da moltissime celebrità: indossavano un Borsalino Giuseppe Verdi e Frank Sinatra, Winston Churchill e Mikhail Gorbaciov, Gary Cooper e Alberto Sordi, Charlot e Indiana Jones. Indossava spesso un Borsalino anche Umberto Eco, un altro alessandrino che ha fatto il giro del mondo. Della sua città, disse che «non ha avuto santi né eroi»: in effetti, per lungo tempo Alessandria ha avuto soprattutto guerre, come spesso capita ai territori di confine. Stretta fra le rive di due fiumi, il Tanaro e la Bormida, Alessandria è stata contesa tra guelfi e ghibellini, da Piemonte, Lombardia e Liguria, da francesi e austriaci. Oggi, però, tutto questo ha soprattutto vantaggi. Alessandria è difatti uno scampolo di pianura padana in cui tutto è a portata di mano: a metà strada fra Milano, Torino e Genova, dista pochi chilometri dal mare della Riviera ligure e dai laghi del Verbano-Cusio-Ossola, dal Monte Rosa e dalle Alpi italo-francesi, per non dire degli idilliaci paesaggi collinari delle vicine Langhe. Alessandria sembra consapevole di questo privilegio e se ne sta defilata, quasi a voler tenere segreto di questa fortuna per coltivare le sue passioni di sempre: la bicicletta, innanzitutto, perché è proprio bello pedalare su e giù per le colline vitate dell’Alessandrino in primavera. Un rapporto speciale lega la città alla due ruote e, al Museo AcdB, una grande fotografia scattata nel 1890 ai Giardini della Stazione attesta che si tratta anche di un amore di lunga data. Andate in giro per Alessandria in bicicletta perlustrando il centro di piazza in piazza e poi puntate verso il Tanaro presidiato dalla Cittadella, roccaforte sabauda, per poi pedalare fino a Marengo dove un bel museo multimediale riporta all’epoca della celebre battaglia che si combatté in questi luoghi e che segnò l’irresistibile ascesa al potere di Napoleone Bonaparte.  

Giorno 1

Piazza della Libertà e il centro storico

Piazza della Libertà e il centro storico

La vostra visita di Alessandria può prendere le mosse dalla centrale piazza della Libertà, l’ampio spazio urbano su cui prospettano le istituzioni cittadine: il porticato palazzo del Municipio dalla facciata rossa e bianca; il palazzo delle Poste e del Telegrafo, decorato con un bellissimo mosaico di Gino Severini (1940-41); il palazzo della Prefettura e della Provincia, dalla sontuosa facciata barocca; il Palatium Vetus, antico broletto oggi sede delle collezioni d’arte della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.

A pochi passi dalla piazza, su via Parma, il bel palazzo Cuttica di Cassine ospita una parte delle collezioni civiche d’arte fra cui i reperti archeologici provenienti da Dertona, antica Tortona. Via Parma sbuca in piazza Giovanni XXIII, fulcro religioso della città con la cattedrale dei Ss. Pietro e Marco. Alle spalle della cattedrale un’altra silenziosa piazzetta accoglie l’edificio delle civiche Sale d’Arte: qui si ammira un prezioso ciclo di affreschi medievali ispirati alle storie di re Artù.

Da qui, fate una puntata al Borgo Rovereto, vicino al Tanaro. Questo è il nucleo più antico di Alessandria, raccolto intorno alla chiesa di S. Maria di Castello: rimasto ai margini della città sabauda, è uno dei quartieri più alla moda della città moderna.

Tornando verso il centro, in via Milano, si affaccia la neogotica Sinagoga che ricorda che queste strade appartenevano un tempo al ghetto ebraico imposto dai Savoia. Al piano terra dell’edificio, si trova il Tempio Piccolo, usato per le funzioni invernali, mentre al piano superiore c’è il Tempio Grande, impreziosito da decorazioni neogotiche e vetrate policrome.  

Dirigendovi, quindi, verso corso Roma, la “vasca” cittadina lunga 600 metri pedonale e popolata di caffè e negozi, vi imbatterete nella piazzetta della Lega Lombarda, un suggestivo crocicchio triangolare che assomiglia alla punta di una freccia. Fra le strade che convergono nel crocicchio c’è via S. Lorenzo dove si trova il Museo AcdB, dedicato alla lunga storia d’amore fra gli alessandrini e la due ruote, storia che ha dato i natali a diversi campioni fra cui lui, il Campionissimo, Fausto Coppi, di Castellania.

Museo AcdB: Alessandria Città della Bicicletta

Museo AcdB: Alessandria Città della Bicicletta

Lo abbiamo detto: un rapporto speciale lega Alessandria alla bicicletta. Del resto è sulle sue strade che, per la prima volta in Italia, fece la prima comparsa un velocipede, prototipo della bicicletta che verrà. Da quel momento in poi inizia l’epopea di Alessandria città della bicicletta, che viene celebrata e ripercorsa dal bel Museo AcdB, acronimo di Museo Alessandria Città della Bicicletta, in centro e con sede nel palazzo del Monferrato.

Era il 1867 quando il giovane Carlo Michel di San Salvatore Monferrato comparve alla guida del velocipede, appena tornato ad Alessandria dall’Esposizione Universale di Parigi dove il nuovo mezzo a due ruote e pedali era stato presentato al mondo. Gli alessandrini si fecero subito conquistare dal trabiccolo, la città si dotò presto di un velodromo e in seguito divenne la sede nazionale dell’Unione Velocipedistica. Alla luce di questo pedigree, suscita forse meno meraviglia scoprire che tanti assi del pedale sono nati in questa porzione dello Stivale, a cominciare da Fausto Coppi, detto l’Airone da Castellania, ma anche Costante Girardengo, originario della vicina Novi Ligure. Qualche anno prima l’Alessandrino diede i natali anche agli amici-nemici Giovanni Cuniolo, tortonese, e Giovanni Gerbi, detto il ‘Diavolo rosso’. 

Una volta visitato il museo, la tappa successiva è il Borsalino Museum. Potreste però, a questo punto, aver voglia di fermarvi un giorno in più per intraprendere un nuovo itinerario tematico, da fare rigorosamente in bicicletta, con prima tappa a Castellania, dove si rende omaggio alla casa di Fausto Coppi; e quindi a Novi Ligure dove l’Airone è celebrato insieme a Girardengo nel Museo dei Campionissimi. Ora però andate al museo dedicato al famoso cappello Borsalino.

Giorno 2

Borsalino Museum: tanto di cappello!

Borsalino Museum: tanto di cappello!

Pochi marchi possono vantare una storia lunga e ricca di successi come l’azienda manifatturiera Borsalino di Alessandria. Il marchio è rimasto strettamente legato alla città: oggi si visita il Borsalino Museum nel magnifico edificio di corso Cento Cannoni, dove un tempo aveva sede la fabbrica, e che offre un prezioso spaccato storico dal punto di vista dell’industria manifatturiera e della moda. Fondata nel 1857 da Giuseppe Borsalino, l’azienda nel 1913 arrivava a contare 2500 dipendenti e a produrre oltre 2 milioni di copricapi. Nella seconda metà del Novecento la fama dei cappelli Borsalino divenne planetaria soprattutto grazie al cinema; il culmine fu, nel 1970, il film Borsalino di Jacques Deray, con Jean-Paul Belmondo e Alain Delon.

In pieno centro, in corso Roma 20, si trova il flagship store del marchio, mentre la produzione si è spostata poco fuori città, nella frazione di Spinetta Marengo dove, accanto agli stabilimenti che adottano ancora le tecniche di produzione di un tempo (e che producono 80.000 cappelli l’anno), si può visitare un fornito outlet.

Marengo Museum e l’Alessandria napoleonica

Marengo Museum e l’Alessandria napoleonica

Si chiama Spinetta Marengo, la frazione a circa 10 km a sud-est di Alessandria che accoglie il bel Marengo Museum dedicato a una delle pagine di storia più significative dell’Alessandria napoleonica.

Tra il 1796 e il 1800 infatti le placide campagne tra Liguria e Basso Piemonte vennero travolte dalla furia di un giovane generale francese che insieme al suo esercito vinse senza difficoltà le resistenze dell’esercito sabaudo spingendosi fino a Milano e oltre. Il generale era, naturalmente, Napoleone Bonaparte e le battaglie erano quelle delle due Campagne d’Italia, nelle quali Alessandria giocò un ruolo di spicco in quanto territorio di confine. In particolare nei campi di Marengo, che oggi si chiama Spinetta Marengo, il 14 giugno del 1800 si combatté la battaglia che consolidò il potere di Napoleone e determinò le sorti di Piemonte e Lombardia per i decenni seguenti.

Se siete rimasti incuriositi dalle imprese napoleoniche, tornando ad Alessandria, andate alla Cittadella di Alessandria architettura militare d’epoca sabauda valorizzata da Bonaparte che la rese una delle più importanti fortezze dell’impero e il più ricco arsenale d’Europa.

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