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Arte e cultura
basilicata - calabria

Un viaggio alla scoperta dei Castelli nel Parco Nazionale del Pollino

Tipologia
Percorso in auto
Durata
3 giorni
Numero Tappe
6
Difficoltà
Facile

Ogni viaggio stimola la nostra fantasia e alimenta la voglia di scoprire, avventurandosi in nuovi luoghi attraverso itinerari fantastici. Il viaggio in automobile, inoltre, permette di muoversi in autonomia, fermandosi dove più si preferisce e scoprendo anche destinazioni meno conosciute. Questo itinerario di 3 giorni consente di visitare il Parco del Pollino, ricco di meraviglie naturali e architettoniche, visitandone i castelli sul versante lucano e calabrese. Un viaggio straordinario tra la natura, gli antichi borghi, la storia e  i monumenti.

Giorno 1

Castello di Isabella Morra, Valsinni

Castello di Isabella Morra, Valsinni

Il Parco si colloca tra la Basilicata e la Calabria, regioni ricche di castelli sviluppatisi nel corso del tempo per difendere le piccole città e i collegamenti viari e poi divenuti residenze nobili con una lunga storia.

L'itinerario comincia in Basilicata con il Castello di Isabella Morra nel Comune di Valsinni (già Favale), in provincia di Matera. Costruito nell'anno 1000 fu abitato dalla famiglia nobile del feudatario Gian Michele di Morra e oggi è Monumento Nazionale. La storia della giovane figlia di Gian Michele, Isabella Morra, fu raccontata da Benedetto Croce. Questa giovane poetessa petrarchesca del Cinquecento fu uccisa dai fratelli nel 1546, a soli 25 anni, in quanto sospettata di avere una relazione con il nobile spagnolo Diego Sandoval de Castro che era signore del feudo vicino di Bollita (oggi Nova Siri), anch'esso ucciso.

Costruito sopra i resti di un forte longobardo più antico, il Castello fa parte del percorso del Parco letterario "Isabella Morra", che ogni anno ad agosto anima le strade borgo con spettacoli teatrali, percorsi poetici ed eventi enogastronomici per ricordare la giovane poetessa, una delle esponenti più rilevanti della poesia del XVI secolo.

Castello di Episcopia

Castello di Episcopia

Attraverso la SS 653, dirigendosi a sud-ovest, si giunge alla seconda tappa, Episcopia, in provincia di Potenza. Il suo castello domina tutto il paesaggio e fu costruito dai Bizantini vicino a una roccaforte di epoca longobarda, come attesta un antico documento risalente all'anno Mille, scritto dal Patriarca di Gerusalemme, Oreste Geremia. L'edificio faceva parte di altre fortezze a difesa della Valle del Sinni, antico punto di confine tra Basilicata e Calabria.

Dopo le modifiche apportate nel corso del tempo dai diversi abitanti i Normanni trasformarono il castello in residenza e aggiunsero una cinta muraria. Sulle facciate attuali si possono vedere le diverse stratificazioni che si sono succedute nel tempo. L'edificio è composto da due torrioni, di forma cilindrica uno e quadrangolare l'altro, con un ponte levatoio a sbarrare l'ingresso e all'ingresso affreschi che rappresentano uno stemma con un rettile e un guerriero. Ancora conservato anche il passaggio segreto sotterraneo che conduceva al fiume, probabilmente usato per fuggire.

Degno di nota è il portale di Palazzo Frabasile (sec.XIX) costruito in pietra da scalpellini del luogo nel XVIII- XIX secolo. L'interno del castello non è visitabile ma si può osservare tutto l'esterno.

Castello di Episcopia
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Maggiori Informazioni
Giorno 2

Castello “Ruggero” di Lauria

Castello “Ruggero” di Lauria

Dopo circa 32 Km sulla SS 653 verso ovest si arriva a Lauria, le cui origini risalgono al X secolo con l’arrivo di monaci basiliani da Oriente e anche di Longobardi, Cavalieri templari e Saraceni. Il paese conserva le tracce antiche nei cancelli in ferro battuto, portali e stemmi in pietra, cornicioni decorati e si articola in due rioni: Lauria Superiore che ospita il “Castello” e Lauria Inferiore, il “Borgo”, divisi dall’antico rione “Ravita”, dalla parola araba ‘Rabit’ ovvero “zona vicina”, dove abitarono i Saraceni.

Il Castello, chiamato “Ruggero” dal famoso ammiraglio di Sicilia e Aragona che lo possedette, poi seguito dai Sanseverino e dai duchi di Candia, fu edificato nel XIII secolo dai Saraceni e i Normanni aggiunsero le torri laterali. Una struttura imponente come testimoniato dai resti sulla rocca dell’Armo, nel quartiere Cafaro. La pianta era ottagonale, cinta da mura, e sviluppata su tre piani con torri laterali. L’accesso era solo sul lato orientale mentre l’entrata principale edificata sulla roccia viva è ancora visibile.

Altre destinazioni che meritano la visita sono il Santuario Madonna dell'Armo (probabile deformazione medievale di ‘eremo’); la casa natìa del Beato Domenico Lentini, Patrono di Lauria, le cui reliquie sono conservate all’interno della Chiesa Madre di S. Nicola di Bari; il Monastero di S. Antonio dei Frati Cappuccini. Qui è nato anche l’attore e regista Rocco Papaleo.

Castello di Laino Castello

Castello di Laino Castello

Raggiungiamo ora Laino Castello, in Calabria, dopo 26 km in direzione sud sulla SS 19. Il paese si trova nel cuore del Parco Nazionale del Pollino a 545 metri slm e risale probabilmente tra la seconda metà del VII e i primi anni del VI secolo a.C.

Dopo un periodo di declino dal IV secolo con l’arrivo dei monaci basiliani ritrovò l’antico splendore diventando un centro religioso e culturale tra i più rilevanti in Italia. Seguirono i Bizantini e poi i Longobardi che edificarono il Castello (Castrum Layni) sul colle S. Teodoro, a 560 m. s.l.m., poi capoluogo di uno dei 7 Gastaldati più famosi del Meridione.

I diversi abitanti nel corso del tempo aggiunsero fortificazioni e sezioni di cui oggi rimangono solo i resti dei bastioni speronati a torretta da cui si gode della vista della valle sottostante in cui scorre il fiume Lao in un canyon ricco di boschi.

Il borgo presenta un nucleo storico, la parte antica, e uno più moderno che si è popolato dopo il terremoto del 1982. Il borgo antico, Laino Castello Vecchio, presenta vicoli, edifici nobiliari, gradinate e alcune grotte naturali che erano usate dai monaci bizantini e poi sfruttate come dimore civili.

Giorno 3

Castello di Morano Calabro

Castello di Morano Calabro

La nuova tappa conduce, attraverso la SS 19, a Morano Calabro, uno dei ‘i Borghi più Belli d’Italia’, grazie anche alla sua forma di collina conica creata dall’insieme delle sue case, chiese, piccole vie e gradinate. Il paese si trova a circa 700 m slm, sulle rocce dell’alta valle del Coscile tra le falde meridionali del Massiccio del Pollino.

Di origine romana la città era raggiunta dalla Via Capua Regium (Via ab Regio ad Capuam), nota anche come Via Popilia o Via Annia,  una delle vie più importanti del Sud d’Italia costruita nel 132 a.C per volere dei magistrati romani proprio per unire Roma con l’estremo sud del Paese ovvero la "Civitas foederata Regium". La sua posizione strategica che consentiva il controllo di tutta la valle dell’antico Sybaris attrasse diversi invasori nel corso del tempo.

Il paese sorge al di sotto dei resti del Castello, antico posto di avvistamento romano che poi i normanni mutarono in fortezza. In seguito, tra il 1514 e il 1545, fu restaurato per volere del feudatario Pietrantonio Sanseverino sul modello del Maschio Angioino di Napoli. Era composto da tre piani, con pianta quadrata e sei torrioni di forma cilindrica (di cui restano solo quello centrale e sinistro), ed era dotato di ponte levatoio, fossato e baluardi. Inoltre era tanto grande da ospitare un esercito di mille soldati. 

Fu danneggiato nel 1733, poi bombardato dall’esercito napoleonico nel 1806 e cadde in rovina a causa dei saccheggi successivi fino agli anni 2000 in cui è iniziata una vasta ristrutturazione che ne ha recuperato diverse parti in cui si svolgono ora mostre ed eventi culturali.

Castello del Principe, Belvedere Marittimo

Castello del Principe, Belvedere Marittimo

Da Morano si prende la SS 19 verso ovest per arrivare a Belvedere Marittimo ma si consiglia di fare una pausa sulla strada a Mormanno dove assaggiare i tipici “bocconotti”. Dopo Santa Maria del Cedro e Diamante si giunge a Belvedere Marittimo in cui si trova il Castello aragonese, considerato tra i più belli e meglio conservati della regione. Risalente alla seconda metà dell’XI secolo fu costruito per volontà di Ruggero il Normanno su un precedente ‘castrum’ longobardo.

Nel tempo molte diverse stirpi nobiliari occuparono il per questo detto “Castello dei Principi”, tra cui gli Angioini, i Monfort, i Sangineto, i Sanseverino, gli Orsini del Balzo, i Carafa.

Il Castello fu fortificato nel 1426, dopo la congiura dei Baroni, da Ferdinando d’Aragona che fece lo stesso con quelli di Castrovillari e Corigliano, e costruì quello di Pizzo. Inoltre furono aggiunti un ponte levatoio e mura con due torri di forma cilindrica merlate. All’ingresso fu posta una lapida sorretta da due putti recanti lo stemma aragonese.

Di pianta quadrata, conserva i resti del fossato e i solchi in cui erano avvolte le catene del ponte levatoio. E’ Monumento Nazionale ed è riprodotto ne “L’Italia in miniatura” a Rimini ma essendo di proprietà privata è visitabile solo l’esterno.

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