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Festività
Tutto sulla Festa della Donna

Festa della Donna: storia e simboli in Italia

Tutto quello che c’è da sapere sulla Giornata Internazionale della Donna: storia, significato e simboli legati all’8 marzo.

5 minuti

L’8 marzo, nella Giornata Internazionale dei diritti della donna, istituita dalle Nazioni Unite, si festeggiano le conquiste sociali, politiche ed economiche ottenute nel corso di secoli di lotta per la parità dei diritti. Ma, è anche l’occasione per riflettere sulle violenze che le donne subiscono ancora oggi e sulle discriminazioni che limitano la loro libertà, per una consapevolezza su quanta strada c’è da fare.

Per celebrare questa giornata al meglio all’insegna della cultura e della scoperta del territorio, l’ingresso ai musei, parchi archeologici, castelli, ville e, in generale, ai luoghi della cultura statali, è gratuito per le donne. Solo per citarne alcuni da non perdere: Palazzo Ducale di Mantova, il Parco Archeologico di Pompei, i musei statali delle Marche, il Museo Egizio di Torino, i Musei Civici di Roma, la Pinacoteca di Brera, Villa d’Este e Villa Adriana a Tivoli.

Ma come nasce la Festa della Donna e perché si festeggia proprio l’8 marzo? In questo articolo, tra storia ed eventi, scopriamo tutto quello che c’è da sapere su questa importante ricorrenza.

Storia e origini della Festa della Donna

Cofanetto con foto d'epoca

Secondo la tradizione, la Festa della Donna si celebra in alcuni Paesi dal 1908, in memoria delle operaie che persero la vita nell’incendio di una fabbrica di New York, l’8 marzo di quell’anno, di cui però non sono rimaste tracce storiche. Il Partito Socialista americano, il 23 febbraio del 1909, promosse una manifestazione a sostegno delle operaie che protestavano per ottenere migliori condizioni di lavoro, un salario più alto e il diritto di voto; fu così istituita una “Giornata della donna”.

L’incendio in fabbrica di cui restano testimonianze storiche avvenne il 25 marzo del 1911; morirono oltre un centinaio di operaie e una ventina di uomini, fu il più grave incidente industriale della storia americana ed ebbe l’effetto di moltiplicare le proteste.

La I Guerra Mondiale interruppe le celebrazioni della Giornata della donna nei Paesi coinvolti nel conflitto. La ricorrenza dell’8 marzo è, quindi, legata oggi alla manifestazione di protesta delle donne russe a San Pietroburgo nel 1917, quando scesero in piazza per chiedere la fine della guerra.

La Festa della Donna in Italia

Una ragazza a una manifestazione

In Italia la prima Festa della Donna si celebrò nel 1922, ma assunse un significato particolare nel 1945, quando l’Unione Donne in Italia festeggiò nelle zone già liberate dal fascismo.

Nel 1977, con una risoluzione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, fu istituita la Giornata internazionale dei diritti della donna, che costituisce un appuntamento importante per riflettere sulla strada percorsa e guardare al futuro, con un approccio globale. 

Perché si regala la mimosa per la Festa della Donna

La mimosa, simbolo della Festa della Donna

In Italia si usa regalare un mazzetto di mimose e organizzare incontri e iniziative ludiche e culturali per festeggiare le conquiste ottenute e riflettere sulle sfide che restano per il futuro.

In molti si chiedono perché la mimosa sia il simbolo della Festa della Donna. La risposta risiede in tre donne. Infatti, Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei, nel 1946, proposero come simbolo questo fiore che sboccia all’inizio di marzo e che, nonostante appaia fragile, cresce anche sui terreni più difficili. Un elemento che risulta, quindi, perfetto per rappresentare la lotta dell’emancipazione femminile.

Forse meno simbolico, ma altrettanto iconico, è il dolce tipico per la Festa della Donna in Italia. Si tratta della torta mimosa, un omaggio gastronomico al fiore giallo, fatto di pan di spagna (tagliato a cubetti per ricordare l’omonimo fiore) e crema pasticcera. È un vero classico della pasticceria made in Italy, goloso e scenografico, nato negli anni '50 a Rieti, nel Lazio.

Un viaggio tra le donne importanti nella storia italiana di ieri e di oggi

Samantha Cristoforetti nella Stazione Spaziale Internazionale

Tra le donne di nazionalità italiana che meritano di essere ricordate nella giornata speciale dell’8 marzo, c’è certamente Francesca Saverio Cabrini, che attraversò l’Atlantico per ben 28 volte e scalò persino le Ande. Considerata la patrona degli emigrati, fondò l’Ordine delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù. Grazie a lei nacquero scuole, asili, convitti, orfanotrofi e ospedali dedicati a dare assistenza agli immigrati italiani nelle Americhe. Fu la prima cittadina statunitense ad essere proclamata santa, nel 1946.

La Festa della Donna è un’occasione per celebrare tantissime connazionali che hanno contribuito al progresso di civiltà. Come Grazia Deledda, che fu la prima donna italiana a ricevere il Premio Nobel per la letteratura nel 1926. Rita Levi Montalcini, Nobel per la medicina nel 1986. Margherita Hack, astrofisica e divulgatrice scientifica famosa in tutto il mondo. Lina Wertmüller, prima donna ad aver ricevuto una candidatura agli Oscar come Miglior Regia, nel 1977, per il film Pasqualino Settebellezze, per poi vincerlo nel 2020, come riconoscimento alla Carriera. Solo per citarne alcune.

E non dimentichiamoci di Nilde Iotti, la prima donna a essere eletta Presidente della Camera dei deputati nel 1979, incarico che detenne fino al 1992, e di Tina Anselmi, prima ad avere la carica di ministro in Italia nel 1976.

Tante italiane meritano di essere ricordate come “esploratrici”, per il coraggio di viaggiare e fare nuove esperienze in altri Stati. La giornalista Cristina Trivulzio di Belgiojoso, per esempio, che fu la prima viaggiatrice italiana di cui si ha documentazione, attraverso i suoi diari di viaggio in Europa e fino al Medio Oriente. Carla Serena e Amalia Nizzoli, che rispettivamente in Iran e Egitto furono osservatrici speciali delle donne arabe oltre il pregiudizio. Giuseppina Croci, esperta lavoratrice di filanda, che nel 1890 partì per Shanghai per istruire le donne cinesi all'uso dei filatoi meccanici. Elena d’Orléans, moglie del duca Emanuele Filiberto, detta la “principessa beduina” per i suoi viaggi individuali, senza marito e famiglia, in Africa. L’elenco è lunghissimo di “viaggiatrici” eccellenti. Eva Mameli Calvino, celebre botanica, che lavorò a Cuba. Mantea, la baronessa piemontese Gina Sobrero, che giunse fino alle Hawaii. Adriana Dottorelli, che viaggiò per diletto con il marito nell’America degli anni ‘30, ed era molto conosciuta negli Stati Uniti.

Tra le contemporanee, merita certamente di essere citata, in questa ricorrenza, Francesca Bonardi Tucci, scomparsa nel 2014, che negli ultimi anni era stata Soprintendente per i Beni archeologici dell'Emilia Romagna, della Lombardia e della Sardegna, e in età giovanile aveva accompagnato come fotografa in Oriente il marito, noto studioso. Le sue foto sono preziose testimonianze di come siano cambiate le abitudini di viaggio nel corso di un secolo.

Tra le donne che “lasciano il segno” nella storia c’è la nostra "AstroSamantha”, Samantha Cristoforetti, la prima italiana a volare nello spazio e la prima europea al comando della Stazione spaziale internazionale.

L’elenco delle donne che hanno fatto la storia con le loro vite straordinarie e che hanno contribuito ad abbattere il cosiddetto “soffitto di cristallo” è interminabile. Ma la Festa dell’8 marzo è dedicata non soltanto ai nomi famosi, che compaiono sui libri o nelle cronache. La Giornata internazionale dei diritti della donna celebra soprattutto le “eroine anonime”, il cui nome si perde nel correre del tempo, ma che con il loro coraggio o il loro sacrificio hanno permesso di raggiungere le vittorie di civiltà che rendono più libere le donne di oggi. 

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